#AttentiAlPornoAmatoriale

5 Feb

coppia ischitana

Brutta vicenda quella dei due fidanzatini di Ischia.

Tutta l’isola si sta gustando il loro video hard amatoriale, disponibile in rete e realizzato a pagamento, solo a patto di una diretta che sarebbe andata in onda dall’altra parte del mondo.

Invece pare che siano stati truffati da un utente, che avrebbe registrato il video proprio durante la performance privata online, per poi ripubblicarlo, molto probabilmente guadagnandoci, sul portale Redtube, dove attualmente si trova.

Il loro gioco erotico gli ha praticamente rovinato la vita. Lui trentenne, lei 25enne studentessa. (Quest’ultima farebbe parte di una famiglia conosciuta e stimata e nessuno avrebbe mai scommesso sulla sua ostentata attitudine al gioco erotico).

Eppure il video dei due “comuni innamorati” ha fatto letteralmente impazzire la curiosità di quanti si sono precipitati a vederlo, pur sapendo di non trovarsi davanti uno spettacolo da professionisti dell’hard.

All’inizio si era parlato di un ricatto che il giovane aveva messo in atto contro la sua fidanzata per danneggiarla. Poi però, la verità è venuta a galla.

Mai fidarsi troppo del web sotto questo punto di vista. Le trappole in rete sono infinite. Dietro un sito, una community, un social network, potrebbe nascondersi sempre un furbo dell’ultima ora in carne ed ossa, pronto a sfruttare la nostra ingenuità.

E quando il guaio è fatto, sappiate che nessuno avrà pena di voi, giornali in primis. Sarete una notizia succulenta, che, come dimostrano i fatti, attira l’attenzione dei lettori più di ogni altra cosa.

#Silvia

Video

#LaDuraVitaDeiGayInRussia

5 Feb

Dal 30 giugno in Russia una legge federale vieta la propaganda di quelle che vengono definite “relazioni non tradizionali” in presenza di minorenni.

Per molti, i gay non sono definibili neanche come esseri umani, ma semplicemente giocattoli con cui divertirsi.

Secondo un sondaggio, l’88 per cento di quelli che si sono pronunciati a riguardo, è favorevole alla loro messa al bando. Il 47 per cento ritiene inoltre giusto che i gay non abbiano gli stessi diritti degli etero.

Per i gruppi neonazisti, che hanno una rete ben organizzata nel Paese, picchiarli è quasi un diritto.

Questi ultimi hanno evidentemente scelto la loro facile preda da perseguitare.

“Sei d’accordo sul fatto che dovremmo ucciderti?”, dice nel video uno di loro ad un giovane omosessuale inginocchiato per terra. Lui risponde: “Credo sia il mio destino”.

Il 7 febbraio a Sochi inizieranno i giochi olimpici invernali. Riusciranno i gay a far sentire la loro voce, all’interno della grande operazione di immagine che Putin ha curato nei minimi dettagli?

Disertano la cerimonia inaugurale tutti i paesi europei. Non vanno la Merkel, Hollande, Cameron. Neanche Obama, che a farsi rappresentare manda due sportive dichiaratamente omosessuali, la tennista Billie Jean King e Caitlin Cahow, giocatrice di hockey e attivista dei diritti gay.

Il nostro Enrico Letta sì, lui andrà, per ovvi motivi, che nulla hanno a che vedere con la tutela dei diritti delle persone omosessuali.

#Silvia

#HowImetYouOntheWeb

4 Feb

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Si sa, il web è una meravigliosa risorsa di informazioni. Informazioni di ogni genere: di dubbia provenienza, quasi certe, fondamentali per la nostra vita, inutili. O semplicemente curiose e divertenti.

Voi, ad esempio, sapete cos’è chatroulette? Per chi ne è ancora all’oscuro e sta pensando: “chatroulettecoosa?!”, vi rispondo che si tratta di una videochat mondiale in cui è possibile incontrare e chattare con persone da tutti i continenti. Mano mano che ci si imbatte, in maniera del tutto causale, in un individuo, si può decidere di skipparlo e di passare al prossimo: next.

Di base l’idea è figa: un sito del genere ti offre la possibilità di parlare con gente dal mondo, apprendere usi e costumi nuovi, sperimentare lingue. Ma si sa, nell’era della tecnologia e del calo delle relazioni sociali, cose di questo tipo sono condannate a degenerare nell’oscenità. Ed ecco che chatroulette, fin dagli esordi, fu invasa da pervertiti malati di sesso che hanno iniziato ad aspettare in webcam, quatti quatti, nudi, il loro turno.

Tempo fa, una sera oziosa trascorsa con degli amici, mi sono divertita a navigare mascherata -letteralmente- in chatroulette e a fotografare i tipi più assurdi incontrati. Poi però ho pensato che non era tanto il caso divulgare il materiale accumulato -se non con adeguati accorgimenti di ritocco alle foto- per una questione di privacy. E me lo sono tenuto nei documenti del mio pc.

Dunque, questo preambolo mi è servito giusto per ribadire quanto internet è effettivamente un vero calderone di cose fighe, divertenti ed inutili. Se non fosse stato per Internet, oggi, non avrei mai saputo nemmeno dell’esistenza -sconvolgente- di GRINDR e TINDER.

Grindr e Tinder sono delle applicazioni create appositamente per favorire la conoscenza di individui dello stesso sesso e di sesso diverso al fine unico ed esclusivo di pianificare conseguenti incontri sessuali. Tutto questo per quelle persone che non hanno tempo per cercare le proprie prede e rimorchiarsele in locali e strade. Chiaro, c’è gente che è davvero troppo impegnata. Quindi, quale strumento migliore di applicazioni che ti permettono di scegliere le persone in base alle foto, senza il minimo sforzo? Del resto esistevano già siti adibiti a questo, come ad esempio il buon, vecchio Badoo. Ma qui si tratta di qualcosa di diverso, di più direzionato ed immediato. E, soprattutto, a portata di mano. Sei nel tram, non sai cosa fare e pensi di svoltarti la serata trovandoti il ragazzo/la ragazza di turno? Collegati all’app, scorri un po’ col dito, contattalo/la: giusto due chiacchiere, senza perderti in convenevoli; vedi se ci sta. Proprio in quanto app. insomma, Grindr e Tinder sono di importanza vitale e di uso immediato quasi come quella del meteo.

Sempre perché il web, come dicevo prima, è una fonte illuminata di news, non mi è stato difficile ritrovare i resoconti di tipi e tipe che hanno voluto lasciare per iscritto le loro fantastiche avventure sessuali nate ed esauritesi in una notte a seguito di conoscenze virtuali su queste applicazioni. E poi ho scovato lui, Ted Sterchi, un web developer londinese che ha ritratto le facce inanimate viste su Grindr (http://grindrillustrated.com), epurandole dalla loro aggressiva carica sessuale e rendendole intime ed amichevoli, in una visione più “sentimentale”. Proprio perché in Grindr e in tutte queste applicazioni dei tempi moderni, di sentimentale non è rimasto proprio niente.

 

#Michela

#PapaFrancescoRollingStone

3 Feb

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by  #Ignazio(Ignant)Piscitelli

#NuoviMestieri

29 Gen

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Il 42enne Giovanni Cafaro, campano, vive da 12 anni a Milano. La sua laurea in Scienze della Comunicazione poco gli è servita a ritrovare un lavoro. “Ritrovare” e non “trovare”. Perché, fino alla scorsa estate, Giovanni un lavoro ce l’aveva eccome: era direttore marketing di un’azienda di abbigliamento che ha poi chiuso battenti. Giovanni è ovviamente rimasto senza soldi e con un affitto da pagare. Curricula ne ha inviati: tanti, troppi. Ha collezionato colloqui su colloqui: ma sono stati tutti infruttuosi. Per andare avanti, Giovanni, il mestiere se l’è dovuto inventare di sana pianta. Ed il suo temperamento paziente gli è stato in questo di grande aiuto.

Oggi infatti il lavoro di Giovanni è quello di mettersi in coda al posto degli altri. Al posto di chi non ha tempo e voglia. Alla modica cifra di dieci euro l’ora, con tanto di ricevuta fiscale. “Lavoro in ritenuta d’acconto” garantisce Giovanni. “Se va bene apro la partita Iva, mi allargo e metto su un’agenzia”. Banche, supermercati, poste: Giovanni non disdegna nulla. Attualmente viene contattato da circa due clienti al giorno ma il lavoro è in crescita, anche grazie alla notevole pubblicità che si è fatto a Milano con 5mila volantini dal colore giallo e blu, con stampata sopra una proposta stravagante quanto allettante: “La tua coda allo sportello? Da oggi la prendo io”.

La pazienza è la virtù dei forti. In questo caso, la pazienza si è dimostrata anche un valido aiuto per ovviare alla scarsità di lavoro, in tempi di dura crisi.

#Michela

#ProntoPerVedereLaTv

28 Gen

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by  #Ignazio(Ignant)Piscitelli

#LeAutomobiliDiTânia

26 Gen

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Quelle delle foto di Tânia Cadima (Premio Fnac 2013) sono automobili particolari: abbandonate a se stesse, ad un destino incerto, divenute un tuttuno con gli scenari silenziosi e suggestivi in cui sono inserite, rappresentano qualcosa di più oltre alla loro semplice fisicità.

Per la fotografia questa serie di automobili sono una specie di autobiografia, una sorta di autoritratto, come del resto suggerisce il simpatico e fortuito gioco di parole nella sua lingua madre, il portoghese (auto-retrato).

Le automobili, afferma Tânia, conoscono di per certo i luoghi in cui lei e tutti noi abbiamo vissuto per tanto tempo. “I Know a Place Where These Cars Go” vuole appunto esplorare il congiunto dei luoghi fisici e di quelli della memoria verso i quali le auto portano ma che,al contempo, esse stesse costituiscono. Quel congiunto di luoghi in cui non solo lei in prima persona, ma tutti noi siamo condotti in preda ai sentimenti più svariati: molte volte infatti l’automobile è un rifugio, un nascondiglio dove andiamo ad isolarci dalle difficoltà quotidiane. Un luogo dell’anima di pace e silenzio, dove siamo liberi di meditare sulla nostra vita o di guardare le vite altrui scorrerci davanti, quasi lontane, in slow motion, attraverso il finestrino. Altre volte, un luogo dove inevitabilmente si compie il nostro fatale destino.

Queste automobili sono quindi, secondo Tânia, auto-rappresentazioni a trecentosessanta gradi, un valido ed eccezionale esempio di come la fotografia ha assunto un ruolo essenziale nel processo di conoscenza del sé.

Quello che è condensato in un’immagine non è una semplice idea ma è un intricato vissuto fatto di sogni, speranze e disillusioni. Tutto ciò che siamo e che sappiamo, tutto ciò che appartiene alla storia comune e alla nostra personale è impresso, indelebile, in ogni foto che scattiamo. E lì rimane per sempre.

http://taniacadima.com/cars

#Michela

#SexAndBeyond

23 Gen

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Si chiama Abdul Al Lily la novella Carrie Bradshaw dell’Arabia Saudita. O meglio, il novello. È infatti un lui, 30enne, professore, brillantemente laureato ad Oxford, famoso in tutto il mondo per un blog, “Sex and Beyond”, letto in 168 paesi e tradotto in diverse lingue. Ovviamente proibito nell’Arabia Saudita.

Abdul Al Lily è il primo blogger saudita a scrivere in inglese di sesso: fantasie sessuali, strategie di approccio uomo-donna, preservativo sì-no, fino ad arrivare alle abitudini igieniche post coito.

Ma oltre al sesso in sé c’è qualcosa di più. “Sex and Beyond” è davvero una finestra aperta sulla realtà di un paese in cui troppi aspetti della vita intima e pubblica sono tenuti sotto un rigido, insensato, tassativo controllo.

Molti “posts” del blog sono avvicinati a risultati di piccole inchieste anonime rivolte a donne e uomini: si tratta di un modo per fornire aiuto e conoscenze su particolari temi o, semplicemente, una maniera per soddisfare varie curiosità.

Una di queste riguarda la masturbazione femminile (http://ssbts55.wordpress.com/2013/12/11/sex-and-saudi-female-attitudes-to-masturbation/): su dieci donne saudite che hanno dichiarato di aver pensato alla masturbazione, solo una, di trentadue anni, ha affermato di averla praticata a volte, precisando che è più soddisfacente del sesso. I commenti delle altre, quasi tutte ventenni, vanno dalla convinzione che la masturbazione sia “una cattiva abitudine”, “un peccato poco salutare”, insomma, qualcosa di così terribile su cui non bisogna nemmeno discutere.

È ben evidente come questo blog ha lo scopo principale di far luce su aspetti di fatto sconosciuti alla/sulla società saudita, in primis relativi al sesso ed alle relazioni personali.

In Arabia Saudita vi sono diversi libri che parlano di sesso, scritti però dalle stesse autorità sociali che cercano, così facendo, di controllare la società, dicendo cosa è permesso o meno.

Il blog si propone dunque di colmare le lacune letterarie sulla sessualità nell’Arabia Saudita e di sfidare la censura: Abdul non dice infatti cosa va fatto e cosa è proibito, ma descrive le pratiche sociali, presenta fatti, promuove conoscenze e dà voce a tutti.

Se Abdul non avesse studiato fuori, questo blog non sarebbe mai esistito: è lui stesso a confessarlo. Il Canada ed il regno Unito lo hanno accolto, giovanissimo, e lo hanno formato. Poi, da adulto, Abdul ha deciso di far ritorno a casa. E di provare a cambiare qualcosa. “La differenza notevole fra l’Ovest e l’Arabia Saudita” afferma Abdul “mi manteneva sveglio di notte”.

Il prossimo step sarà un libro, o un film. O forse una trasmissione televisiva. Per parlare sempre più a tutti, per far crollare vecchi tabù, decisamente troppo ingombranti agli inizi del 2014.

#Michela

#ActionAidELoSport

23 Gen

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo – scriveva Mandela – Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione”.

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Oggi, 23 gennaio 2014, a Roma, presso la Camera di Commercio si è svolta la Conferenza Stampa di L’Italia dello Sport è con ActionAid, moderata da Marco Mazzocchi, Caporedattore Rai Sport.
Sono intervenuti Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia; Giovanni Malagò, Presidente del CONI; Mauricio Gomes Candeloro, Primo Segretario Ambasciata del Brasile in Italia; Adriano Coni, Responsabile Sostenibilità e Segretariato sociale RAI; i campioni sportivi Andrea Lucchetta, Simone Arrigoni e Stefano Baldini, e tanti altri ancora, tutti uniti per sostenere una buona causa.

L’iniziativa di ActionAid punta ad arrivare alle persone più deboli attraverso lo sport, inteso come strumento di riscatto sociale e di integrazione. Una sfida che si articolerà lungo tre grandi eventi, a loro modo rappresentativi dell’impegno e della passione che ActionAid da anni dimostra nelle sue azioni in difesa dei più deboli: la Fifa World Cup 2014, l’EXPO 2015 e i Giochi Olimpici Estivi di Rio 2016. In questo senso, ActionaAid lavorerà nel corso dei tre anni ad una grande opera di  sensibilizzazione sul diritto al cibo: l’Expo 2015, dedicata al tema  “Nutrire il Pianeta”, rappresenta infatti l’anello di congiunzione ideale tra due grandi eventi sportivi che si svolgeranno in Brasile.

Il punto di partenza è il Brasile, con un progetto per contribuire alla formazione e all’educazione civica di giovani e bambini attraverso lo sport e la creazione di classi doposcuola, nelle comunità di Heliopolis, la più grande favela di San Paolo. Il punto di arrivo è l’Italia, dove ActionAid realizzerà attività di sensibilizzazione e formazione per prevenire l’abbandono scolastico e migliorare gli spazi urbani del territorio, destinati a bambini e ai NEET (Giovani Not in Employment, Education or Training), giovani ormai quasi del tutto demotivati nel ricevere un’istruzione o una formazione, che non hanno un impiego, né sono impegnati in altre attività assimilabili, quali, ad esempio tirocini, stage o lavori domestici. Si tratta di un’emergenza sociale che caratterizza negativamente l’Italia dove, secondo l’OCSE, il 20% dei giovani tra i 16 e i 29 anni non ha ormai più alcuna motivazione nel ricercare un lavoro e opportunità per migliorare il proprio livello di formazione.

L’obiettivo è chiaro: coinvolgere, sensibilizzare e mobilitare il maggior numero di cittadini, istituzioni e media per dare sostegno ai progetti di ActionAid dedicati a milioni di persone che in Brasile, e in molte altre parti del mondo, soffrono ancora la fame e vivono in condizioni di estrema povertà.

Tutto ciò potrà essere realizzato solo grazie alla stretta collaborazione tra ActionAid e il CONI, con il coinvolgimento di importanti federazioni che hanno già aderito: FIN (Federazione Italiana Nuoto), FIR (Federazione Italiana Rugby), FCI (Federazione Ciclistica Italiana), FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo), FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera), oltre ad alcuni enti di promozione sportiva come UISP (Unione Italiana Sport Per tutti), AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport) e altre che man mano aderiranno.

Un percorso lungo tre anni che vede la partecipazione di altri importanti interlocutori, stimolando e mettendo a frutto azioni sinergiche con le differenti realtà: Metro Italia, Associazione Stampa Romana, Gazzetta dello Sport. Il coinvolgimento e l’impegno della RAI costituiscono la migliore garanzia per il successo dell’iniziativa. 

 

ActionAid è un’organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della fame nel mondo, della povertà e dell’esclusione sociale. Da oltre 40 anni siamo a fianco delle comunità del Sud del mondo per garantire loro migliori condizioni di vita e il rispetto dei diritti fondamentali. ActionAid ha la sua sede di coordinamento in Sud Africa a Johannesburg e affiliati nazionali nel Nord e nel Sud del mondo.

#PilloleDiVita

13 Gen

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by  #Ignazio(Ignant)Piscitelli